Demenza e assistenza: i casi sono destinati a triplicare entro il 2050

Un fenomeno correlato a invecchiamento della popolazione, ma anche a stili di vita non salutari con sei milioni di persone che convivono con danni da fumo, obesità e diabete
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Uno studio pubblicato su The Lancet dichiara che i casi di demenza nel mondo sono destinati a triplicare entro il 2050 e da 57 milioni di casi del 2019 si arriverà a 153 milioni di casi. Questo fenomeno è correlato a invecchiamento e crescita della popolazione, ma anche a stili di vita non salutari con sei milioni di persone che convivono con danni da fumo, obesità e diabete.

Cosa dice lo studio sulla demenza?

Lo studio ha preso in esame i dati di 195 Paesi nel mondo e punta a suggerire risorse e modalità di supporto per i pazienti anziani. La demenza oggi è la settima causa di morte nel mondo e una delle principali cause di disabilità delle persone anziane.

In numero di casi con demenza per il 2050 è stimato al ribasso in 6,2 milioni grazie ai miglioramenti del settore, ma gli studiosi sono meno ottimisti sull’obesità, la glicemia alta e il fumo, che riguarderanno 7 milioni di persone entro il 2050.

Quello che è importante è concentrarsi su prevenzione e controllo dei fattori di rischio prima che si traducano in demenza, tenendo conto dei principali fattori di rischio di ogni Paese. A questo vanno affiancati programmi locali di supporto a diete sane, esercizio fisico, lotta al fumo e migliore accesso all’istruzione.

I centri di assistenza per le persone con demenza

Le persone con demenza e le loro famiglie possono contare sui “Centri per i disturbi cognitivi e demenze”, a cui si accede con prescrizione del proprio medico di famiglia o di altro specialista. Si tratta di centri che garantiscono diagnosi, farmaci e un piano terapeutico personalizzato, ma anche interventi di supporto psicologico e sociale per i malati e i familiari.

In tal senso sono coinvolti anche altri servizi, che vanno dalla assistenza domiciliare, interventi sociali del Comune e delle Associazioni, assistenza in Centri diurni, Case residenza per anziani. Oltre a questo il centro fornisce consulenze ai servizi assistenza anziani con programmi appositi formativi, informativi e di sostegno per operatori e familiari dei malati.

Sempre i Centri indirizzano l’anziano a punti di ascolto gestiti dalle associazioni di famiglia, ma ricordiamo che è sempre il medico di famiglia o lo specialista a valutare la necessità della persona di rivolgersi a un Centro per i disturbi cognitivi e le demenze.

Braccialetto salvavita e assistenza all’anziano con demenza

I famigliari dell’anziano che soffre di demenza possono contare anche sul braccialetto salvavita Seremy, che offre due funzioni essenziali:

  • permette grazie ai satelliti GPS di individuare la posizione dell’anziano all’aperto;
  • permette grazie alla funzionalità di Localizzazione Indoor di monitorare l’anziano dentro casa.

In questo secondo caso il braccialetto salvavita lavora grazie ai sensori di presenza, una tecnologia inserita nella presa di corrente e riconosciuta dal sistema Seremy che mostra ai familiari se l’anziano è a casa o fuori e dà l’allarme se esce di casa. Non meno importante è la funzione del GPS per seguire i movimenti all’aperto grazie alla modalità Inseguimento.

Infine il braccialetto Seremy monitora il tempo trascorso dentro e fuori casa dall’anziano e permette ai famigliari di essere informati su ogni movimento della persona che soffre di demenza.

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