La recente emergenza da COVID-19 ha portato lo Stato e le Regioni a ripensare i modelli di assistenza alle persone anziane non autosufficienti, ma anche a studiare progetti di vita indipendente che vanno oltre i soliti percorsi istituzionali e comprendono i servizi di co-housing e la residenzialità leggera. Anche a seguito del contagio nelle RSA durante la pandemia, si stanno affermando anche in Italia soluzioni quali l’assistenza territoriale di prossimità e i progetti di abitazioni dedicate alla vita indipendente, all’housing sociale e al co-housing.
Le linee guida per il rafforzamento dei diritti degli anziani
Le linee guida individuate dall’OMS e dalle singole Regioni puntano a rafforzare il diritto dell’anziano a vivere una vita dignitosa, riconoscendo indipendenza e diritto a partecipare alla vita sociale e culturale. Si tratta del cosiddetto invecchiamento dinamico che si basa sulla creazione di una società per tutte le età capace di andare oltre le singole prestazioni di aiuto e i confini spazio temporali ristretti e limitati al rapporto genitori anziani e figli adulti. La nuova società si basa su una prospettiva multigenerazionale, sempre considerando gli ostacoli che l’età avanzata porta al pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali della persona.
L’obiettivo delle linee guida è migliorare e potenziare le prestazioni legate alla cura e alla tutela della persona, contribuendo a privilegiare la permanenza dell’anziano a domicilio anche grazie all’adozione di tecnologie come i braccialetti salvavita Seremy. In particolare, le istituzioni lavorano per:
- promuovere l’incontro tra diverse generazioni con diverse responsabilità;
- promuovere il mercato del lavoro che ruota attorno alla gestione e assistenza dell’anziano a domicilio;
- promuovere l’integrazione tra politiche sociali, socio-sanitarie, del lavoro;
- accompagnare e sostenere la persona anziana non autosufficiente e la famiglia nelle scelte volte a soddisfare i bisogni principali;
- incoraggiare l’assunzione di assistenti familiari adeguatamente formati e coinvolgere la famiglia nel lavoro di assistenza per ridurre gli accessi nella struttura residenziale-
La riduzione dell’autonomia e il ruolo dell’anziano
Se durante l’invecchiamento la persona deve dipendere dall’aiuto e dall’assistenza altrui, rimane il diritto dell’anziano ad essere informato su cure e trattamenti ai sensi dell’Art.4 della Carta Europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane bisognose di cure ed assistenza a lungo termine.
La riduzione di autonomia è una condizione particolarmente grave per le 600mila persone anziane che vivono da sole e hanno gravi difficoltà nella cura della persona. Si tratta di un 43,2% della popolazione che dichiara di fronteggiare tali difficoltà con l’ausilio di specifici apparecchi, compresi i braccialetti salvavita Seremy, o rivolgendosi ad altre persone. Nel complesso, i dati mostrano come il 58,1% degli anziani in Italia abbia la necessità di supporto e prevalgono gli uomini rispetto alle donne. Nel dettaglio l’aiuto viene fornito dalla famiglia o dai servizi di assistenza domiciliare.
In ogni caso, l’anziano ha diritto ad una vita attiva e indipendente per il più lungo periodo di tempo possibile e questo obiettivo può essere raggiunto anche grazie a moderne soluzioni tecnologiche come i braccialetti salvavita.
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