L’importanza dell’autonomia del disabile e il ruolo di SEREMY

Assicurare non solo l’autonomia del disabile, ma anche la tutela della sua salute con il bracciale smart Seremy
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Parlare di disabili significa non solo parlare di persone che necessitano di particolari attenzioni e che possono essere supportate dalle nuove tecnologie, tra cui il braccialetto SEREMY. Parlare di disabili significa anche e soprattutto parlare di autonomia, inserimento lavorativo e tutela della salute: in poche parole garantire loro quell’indipendenza che è alla base della vita umana.

Pensiamo, ad esempio, al lavoro fatto dalla cooperativa sociale Big Bang, che ha permesso l’apertura a Brescia di un locale polifunzionale gestito da ragazzi con sindrome di Down. Questi “disabili”, dopo aver svolto un corso di formazione professionale presso un istituto alberghiero, hanno conquistato con successo la loro autonomia.

Cosa si intende per autonomia del disabile (e non solo)

Oggi l’autonomia è l’espressione più alta e concreta dello sviluppo umano e si identifica con un bisogno di indipendenza del disabile, che nasce dal continuo confronto con i propri limiti e potenzialità. Se, quindi, è importante offrire al disabile uno strumento per chiedere aiuto – in questo caso il braccialetto salvavita SEREMY – altrettanto importante è il lavoro, quale strumento di autonomia. Essere socialmente utili e produttivi assicura l’indipendenza della persona e favorisce lo sviluppo di capacità e competenze, determinando un senso di fiducia e autodeterminazione.

Fare significa esprimere se stessi, sperimentare sul campo le nuove conoscenze acquisite e confrontarsi con il mondo reale. Per questo, anche noi siamo a favore del diritto a lavorare delle persone disabili per lo sviluppo della dignità umana. Troppo spesso il disabile è considerato come un soggetto non occupabile, il quanto rallenta il ritmo produttivo della società moderna. Tuttavia, dagli anni ’60 sono entrate in vigore alcune leggi a favore dell’autonomia del disabile. Tra queste ricordiamo:

  • Legge 482/68, per l’assunzione dei disabili nella Pubblica Amministrazione e nelle aziende private;
  • Legge 381/91, per l’incoraggiamento della costituzione di cooperative a favore dell’inserimento lavorativo dei disabili:
  • Legge 104/92, che ha introdotto il principio per cui il disabile è valutato sulla base delle concrete capacità lavorative e relazionali;
  • Legge 68/99, che introduce comitati tecnici per valutare le capacità del disabile e individuare appositi percorsi formativi per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Tuttavia, nonostante queste leggi, ancora oggi mancano in Italia le condizioni per assumere un numero elevato di disabili, persone in continuo aumento che fanno parte di una popolazione silenziosa, ancora nascosta troppo spesso tra le mura di casa e costretta all’isolamento. Ecco, allora, come un semplice cambiamento culturale non sia sufficiente a garantire l’inserimento e l’autonomia del disabile. Per raggiungere questo obiettivo è necessario adottare una prospettiva dell’inclusione che metta al centro la persona e i suoi bisogni.

Diventare autonomi attraverso il lavoro, per i soggetti disabili, non significa solo apprendere una mansione, ma anche nuovi stili cognitivi, affettivi e relazionali.

Braccialetto salvavita SEREMY e autonomia del disabile

Altrettanto sbagliato è porre il disabile in una condizione di protezione eccessiva, dal momento che oggi più che mai esistono sul mercato strumenti come il braccialetto salvavita SEREMY pensati per assicurare non solo l’autonomia del disabile, ma anche la tutela della sua salute. Monitorare i parametri vitali, poter ricevere aiuto immediato in caso di bisogno, essere protetti in caso di caduta e malore permette alla persona disabile di affrontare la vita con maggiore sicurezza e tranquillità e ne favorisce l’inclusione sul lavoro.

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