COVID-19 e RSA: i risultati del sondaggio sulle strutture per anziani

Il sondaggio mostra come le RSA siano, nonostante le ansie e le incertezze generate dalla pandemia, un luogo sicuro per i nostri anziani.
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Con l’emergenza COVID-19 le persone sono più preoccupate per la salute dei loro cari anziani ricoverati nelle RSA, dato che la lontananza e il dilagare della pandemia creano una condizione di paura e ansia generalizzate. Tuttavia, come dimostra il sondaggio nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, le RSA non sono il maggior pericolo per l’anziano. Vediamo i dati del sondaggio, che puoi scaricare in forma integrale qui.

Obiettivo del sondaggio: il monitoraggio delle RSA

L’obiettivo del sondaggio dell’Istituto Superiore di Sanità avviato dal 24 marzo 2020 era quello di monitorare la situazione per adottare eventuali strategie di rafforzamento dei programmi di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza. L’indagine ha coinvolto 3417 strutture censite nella mappa dell’Osservatorio Demenze dell’ISS, che accolgono persone con demenza e si basa sulla compilazione di un questionario per acquisire informazioni sulle modalità di gestione di casi sospetti o confermati di infezione da SARS-CoV-2.

Dal 25 marzo al 27 aprile l’ISS ha effettuato 3300 telefonate ottenendo risposta da 1356 strutture ovvero il 41,3% di quelle contattate, comprese 92 strutture private.

Tre domande chiave per capire la situazione delle RSA durante la pandemia

Tra le tante domande poste nel questionario, analizziamo ora le tre domande chiave che permettono di capire la situazione delle RSA durante l’emergenza causata dal dilagare del COVID-19.

1) Quanti tra i residenti deceduti nella struttura dal 1° febbraio ad oggi erano COVID-19 positivi? (conferma da tampone)

Su 9154 soggetti deceduti, solo 680 erano positivi al tampone e 3092 avevano presentato sintomi simil-influenzali per una percentuale pari al 7,4% dei residenti con COVIS-19. Il 33,8% aveva avuto manifestazioni para-influenzali e la mortalità considerando anche i decessi dei positivi era pari allo 0,7% per 100 residenti. Il valore si alza tuttavia al 2,7% per la provincia autonoma di Trento e al 6,5% in Lombardia.

2) Quanti residenti sono stati ospedalizzati dal 1° febbraio ad oggi?

Nel periodo preso in esame dal sondaggio, 5292 persone sono state ospedalizzate, con una media di circa 4 ospedalizzazioni per struttura. Con questo dato si intendono i ricoveri dovuti a qualsiasi causa, non solo per COVID-19.

3) Quali sono le principali difficoltà nel corso dell’epidemia di coronavirus?

Il 77,2% delle strutture che hanno risposto alla domanda hanno segnalato la mancanza di dispositivi di protezione individuale, mentre il 20,9% ha riportato una scarsità di informazioni sulla procedura per contenere l’infezione. Il 9% segnala la mancanza di farmaci e il 33,8% l’assenza di personale sanitario e, infine, il 12.5% la difficoltà di trasferire i residenti affetti da COVID-19 nelle strutture ospedaliere o la difficoltà ad isolarli (26,2%).

RSA: un luogo sicuro per i nostri anziani

Dato il numero di ospedalizzati e alle cause di ospedalizzazione, ma anche la percentuale di positivi al COVID-19 il sondaggio mostra come le RSA siano, nonostante le ansie e le incertezze generate dalla pandemia, un luogo sicuro per i nostri anziani. Chi ha in casa un malato di demenza e non può affidarsi soltanto a soluzioni come il braccialetto salvavita Seremy, troverà nella RSA la miglior risposta alle esigenze di assistenza dell’anziano. Tuttavia, se il vostro caro è ancora autosufficiente è possibile adottare soluzioni comode, sicure e semplici da usare per prestare assistenza da remoto, come il bracciale Seremy.

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