In tutte le società l’anziano viene rispettato e questo valore non va dimenticato, soprattutto a fronte dei sacrifici che i genitori hanno fatto ai figli. Non solo li hanno amati e cresciuti ma, una volta in pensione, si sono occupati dei nipoti e in alcuni casi hanno contribuito anche economicamente al nascere della nuova famiglia e alle sue esigenze primarie.
Tuttavia, molti anziani non ottengono una pensione che permetta loro di vivere tranquilli o si ammalano, creando situazioni anche problematiche a cui i figli non sanno come far fronte. Diverso è il caso dell’anziano autosufficiente, per cui basterà un semplice braccialetto salvavita come quello proposto da Seremy a garantire la tranquillità dei famigliari e il monitoraggio da remoto.
Assistenza anziani: il ruolo di Stato e parenti
Sicuramente lo Stato interviene nell’assistenza anziani con servizi specifici sia per l’anziano autosufficiente, sia per chi non riesce a vivere da solo. In particolare sono previsti bonus e agevolazioni. Oltre a questo la Corte di Cassazione si è pronunciata a favore degli anziani invitando i figli a provvedere al loro sostentamento qualora venissero a mancare condizioni economiche adeguate.
L’assistenza da parte dei figli è obbligatoria anche in caso di non autosufficienza dell’anziano e di presenza di malattia grave. In questa situazione i figli devono versare all’anziano gli alimenti sulla base della loro disponibilità finanziaria e in modo indipendente dalla convivenza o meno con i genitori. In ogni caso i diritti dell’anziano nella società moderna sono tutelati dal giudice e i figli inadempienti possono avere problemi con la giustizia, dato l’obbligo di assistenza di cui all’art. 433 e seguenti del Codice Civile.
Non assistere i genitori anziani è reato anche per il Codice Penale e prevede 1 anno di reclusione e una multa che può arrivare a 1032€, dato che si commette “reato di abbandono di minore o persona incapace”. L’assistenza è dovuta non solo ai bambini, ma anche a chi non può più provvedere a se stesso per malattia, vecchiaia o altri motivi.
Assistenza anziani e indennità di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento è una misura data alla persona che non deambula autonomamente e necessita dell’aiuto di un accompagnatore o a chi ha bisogno di assistenza continua nella vita quotidiana. Se l’anziano è incapace di intendere e volere si nomina un amministratore di sostegno per tutelare i suoi diritti da malintenzionati che potrebbero appropriarsi dei risparmi.
Oltre all’indennità di accompagnamento, in Italia è in vigore la legge 104/1992. Si tratta della possibilità per l’anziano di essere assistito dai parenti durante l’orario di lavoro di questi ultimi grazie a permessi speciali. In particolare, il familiare dell’anziano può assentarsi dal lavoro per 3 giorni al mese o, se convive con l’anziano e presta assistenza continuativa, per un periodo di 2 anni.
Migliore è la situazione di chi si trova ad assistere un anziano autosufficiente: in questo caso sono disponibili sul mercato soluzioni come i braccialetti Seremy, che permettono di allertare i famigliari in caso di bisogno e monitorano i parametri vitali.
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