Centenari d’Italia: come vivono i nonni e il supporto di Seremy

Perché occorre ripensare il sistema di assistenza all’anziano sia nella sanità pubblica che in famiglia.
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Periodicamente l’Unione Europea delle Cooperative (UECOOP) e l’ISTAT effettuano indagini sui centenari e ultracentenari in Italia. Considerando il peso totale di questa categoria di persone rispetto alla popolazione al primo posto troviamo la Liguria (0,47 per mille), seguita da Molise e Friuli Venezia Giulia.

Le regioni con meno ultracentenari sono, invece, Trentino Alto Adige e Campania. Si tratta di numeri e dati importanti dato che l’aumento delle persone che superano i 100 anni pone nuove sfide nel campo dell’assistenza.

Crescono i centenari in Italia: la sfida dell’assistenza

Anche se il ruolo della famiglia è dominante, l’invecchiamento progressivo della popolazione rappresenta una sfida all’assistenza di qualità e a lungo termine, che deve essere garantita sia all’interno, sia all’esterno della famiglia.

Secondo i dati UECOOP già oggi gli over 80 rappresentano circa il 7% della popolazione italiana e si attestano su 4,2 milioni di persone. La necessità è quella di potenziare un sistema di welfare che unisca le migliori soluzioni private – come i braccialetti salvavita Seremy e l’assistenza delle badanti – e pubbliche, ovvero RSA, strutture e residenza per anziani. Si tratta di un settore complesso che dà oggi lavoro a oltre 328 mila addetti.

Negli ultimi anni si è assistito anche all’aumento della domanda di spazi in casa di riposo e strutture per anziani, quantificabile nella necessità di un +40% di posti letto secondo il report di Collier International Italia. Dato il trend di invecchiamento della popolazione la necessità è quella di potenziare le tecnologie per l’assistenza domiciliare all’anziano autosufficiente come il braccialetto Seremy, ma anche formare professionisti della assistenza che possano seguire i 2,5 milioni di anziani non autosufficienti, numero destinato a raddoppiare entro il 2030.

La classifica delle regioni con più ultracentenari e la necessità di assistenza adeguata

Le regioni con il maggior numero di ultracentenari sono la Liguria con 725 anziani, il Molise con 100 e il Friuli Venezia Giulia con 419. Parlare di anziani significa, inoltre, parlare di anziano autosufficiente e non autosufficiente e anche l’assistenza socio sanitaria va modulata in relazione alle esigenze della persona.

Case famiglia, case albergo e residenze sociali assistite sono la migliore soluzione per l’anziano autosufficiente, mentre i non autosufficienti sono assistiti nel modo migliore nelle RSA. Tuttavia, in caso di demenza la casa di riposo non rappresenta la soluzione più indicata e allo stesso modo la RSA non è adatta all’anziano autosufficiente. Dato che in questo caso la fragilità è sociale, relazionale o economica è bene proporre a questa categoria di anziani soluzioni per l’assistenza domiciliare, che oltre alla tradizionale badante comprendono sistemi di telesoccorso e braccialetti salvavita.

Si tratta, in conclusione, di ripensare il sistema di assistenza all’anziano data la maggiore aspettativa di vita e l’aumento degli ultracentenari. Il cambiamento deve essere affrontato a livello di sanità pubblica e privata, ma anche famigliare a partire da una maggiore diffusione dei braccialetti salvavita tra la popolazione di anziani ancora autosufficienti e con bisogni di assistenza limitati.

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