19 associazioni hanno recentemente presentato a Roma la “carta dei diritti dei caregiver”, in attesa che sia fatta una legge che definisca tutele e diritti per chi assiste 24 ore su 24 un famigliare o un congiunto non autosufficiente.
L’obiettivo delle Associazioni con la “Carta dei Diritti del Caregiver”
Assistono un proprio familiare non autosufficiente e bisognoso di assistenza continua a causa di malattia, età avanzata o disabilità. Possono essere coniugi, genitori, figli, fratelli o sorelle. I caregiver familiari svolgono un lavoro di cura gratuito e invisibile, che va dal sostegno nelle attività quotidiane alla gestione delle terapie e alla gestione di pratiche burocratiche.
Oltre allo stress fisico e psicologico legato all’impegno costante e quotidiano, spesso sono costretti a lasciare il lavoro per poter continuare ad assistere i propri cari, a causa della mancanza di un adeguato sistema di welfare. Da anni chiedono il riconoscimento del diritto al riposo e alla salute, con tutele assistenziali, previdenziali e assicurative, come già avviene in altri Paesi europei.
Tra gli obiettivi della “Carta dei diritti del caregiver”, nata su impulso di 19 associazioni e presentata a Roma durante l’evento “Caregiver SumMeet 2024“, organizzato da Cencora-Pharmalex e patrocinato dal Ministro per le Disabilità – Presidenza del Consiglio dei Ministri, c’è quello di sollecitare le istituzioni ad accelerare il riconoscimento giuridico dei diritti dei caregiver familiari.
La «Carta» riassume le difficoltà, i bisogni e le richieste dei caregiver familiari, coprendo vari ambiti, dal lavoro agli aspetti sociali, dalla tutela della salute mentale alla necessità di strumenti migliori per assistere i propri cari. Per superare le barriere culturali e sociali, i promotori della Carta ritengono fondamentale il riconoscimento istituzionale del ruolo dei caregiver familiari, affinché le misure di tutela diventino realmente concrete.
La Carta è stata finora sottoscritta da 19 associazioni.
Legge 104 e lavoro: perché serve una revisione della situazione attuale
I firmatari della «Carta» spiegano che le forme contrattuali attualmente vigenti non sono compatibili con il ruolo di caregiver, rendendo necessaria una revisione dei Contratti collettivi nazionali. Propongono l’istituzione di un «tavolo nazionale di lavoro» per sensibilizzare e innovare la legislazione e i contratti a supporto e tutela della figura del caregiver.
Le associazioni chiedono anche una revisione della Legge «104» del 1992, con particolare attenzione all’articolo 3, comma 3 (disabilità grave), suggerendo un aumento dei giorni garantiti per l’assistenza e una maggiore tutela per l’assistito durante il passaggio dall’età pediatrica a quella adulta.
È fondamentale che il ruolo del caregiver sia riconosciuto dai datori di lavoro per evitare che le assenze vengano erroneamente interpretate come assenteismo. Inoltre, è necessario prevedere un supporto economico integrativo per il caregiver, al netto delle spese da affrontare.
Quando il tipo di lavoro lo consente, lo smart working dovrebbe essere un’opzione valida e garantita come tutela aziendale a supporto del caregiver, affermano i rappresentanti delle associazioni.
Aumenta il numero di caregiver, ma qual è l’impatto di questo lavoro sulla salute di chi lo svolge?
Secondo le associazioni firmatarie della Carta, sarebbe utile «mappare» la presenza dei caregiver in Italia, poiché attualmente non esiste una stima precisa del loro numero. Le stime dell’Istat indicano che circa 7,3 milioni di italiani, dai 15 anni in su, forniscono cure o assistenza almeno una volta a settimana a parenti con problemi legati all’invecchiamento, patologie croniche o disabilità.
I firmatari della Carta richiedono studi mirati per valutare l’impatto delle patologie degli assistiti sui caregiver familiari e propongono di includere i caregiver nei processi di Health Technology Assessment (HTA). Questo per misurare il valore degli interventi sanitari e contribuire alla valutazione degli effetti delle nuove tecnologie sviluppate in ambito terapeutico.
Inoltre, il supporto psicologico è essenziale per i caregiver, che hanno bisogno di dedicare tempo al proprio benessere psicofisico. Le associazioni sottolineano la necessità di servizi gratuiti per affrontare esigenze che richiedono tempo ed energie, e che potrebbero essere delegate ad altri.
Il supporto psicologico è fondamentale per i caregiver che assistono familiari con patologie croniche. Questo supporto dovrebbe essere strutturato tramite percorsi di assistenza psicologica, attivati fin dall’inizio dell’assistenza.
Inoltre, la condivisione delle esperienze con altri attraverso le associazioni di pazienti può aiutare a ridurre il senso di solitudine. È importante che i caregiver siano informati dell’esistenza di queste realtà e del supporto che possono offrire.
In attesa della legge: le parole della Ministra alle Disabilità
In questa e nella passata legislatura sono state presentate diverse proposte di legge sui caregiver familiari.
In un messaggio inviato agli organizzatori del convegno, la Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli ha ribadito che «il riconoscimento dei caregiver familiari, in particolare dei conviventi, è fondamentale e non può più essere rinviato». La ministra ha spiegato che il tavolo istituito con il Ministro Calderone nei mesi scorsi sta lavorando a una proposta che sarà presentata al Parlamento con l’obiettivo di dare una cornice normativa al ruolo del caregiver e un adeguato riconoscimento al caregiver familiare convivente.
«È necessario sostenere adeguatamente le persone che amano e curano i propri cari», ha concluso Locatelli, esprimendo fiducia nel fatto che si possa arrivare presto a una risposta concreta e attesa da anni dalle famiglie.
Braccialetto salvavita: da Seremy uno strumento per i caregiver
Il braccialetto salvavita di Seremy rappresenta uno strumento innovativo per i caregiver. Progettato per migliorare la sicurezza e l’efficacia dell’assistenza, questo braccialetto può monitorare diversi parametri vitali e inviare avvisi in caso di emergenze, facilitando così la gestione quotidiana delle cure.
Grazie a questa tecnologia, i caregiver possono avere un supporto aggiuntivo nella gestione della salute dei loro assistiti, riducendo il rischio di situazioni critiche e migliorando la qualità dell’assistenza. Inoltre, il braccialetto offre una risposta rapida in caso di emergenze, contribuendo a garantire la sicurezza e il benessere dell’assistito.
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