Chi invecchia non è destinato inesorabilmente ad andare incontro a demenza e Alzheimer e sono tanti gli anziani ultranovantenni con le funzioni cerebrali intatte. L’importante è saper conoscere e riconoscere per tempo i sintomi della malattia in modo da vivere in salute anche in età avanzata.
Cosa si intende davvero con demenza
Con demenza si intende un insieme di sintomi a carico del cervello e che comportano il rapido declino di:
- Facoltà mentali: l’anziano con demenza ha vuoti di memoria, linguaggio e capacità di ragionamento limitate e difficoltà a riconoscere oggetti e persone;
- Affettività e emotività: nell’anziano con demenza si riscontrano di frequente depressione e ansia;
- Comportamento e personalità: l’anziano con demenza è spesso agitato e aggressivo.
Appare chiaro come si tratti di sintomi non banali e che compromettono l’attività sociale e lavorativa del malato. Chi soffre di Alzheimer e demenza assiste a un peggioramento della qualità della vita, alla perdita di autonomia e all’isolamento.
Tuttavia, è importante sapere che l’Alzheimer è solo una delle tante forme di demenza che colpiscono gli anziani e il nome deriva da chi l’ha descritta per primo ovvero il neuropsichiatra tedesco Alois Alzheimer.
Sintomi dell’Alzheimer: l’importanza di riconoscerli per tempo
Già nel 2005 la American Alzheimer Association ha pubblicato i 10 campanelli di allarme per la malattia di Alzheimer. Si tratta di una lista che comprende vari elementi tra cui ci sono:
- andare in confusione ed avere dei vuoti di memoria;
- non riuscire più a fare le cose di tutti i giorni;
- faticare a trovare le parole giuste;
- dare l’impressione di avere perso il senso dell’orientamento;
- indossare più abiti, uno sopra all’altro, come se non si sapesse vestire;
- avere problemi con il conteggio dei soldi;
- riporre gli oggetti in posti inconsueti;
- avere sbalzi d’umore senza motivo;
- cambiare carattere;
- avere meno interessi e meno spirito d’iniziativa.
Se sono presenti anche solo quattro di questi segnali di allarme è meglio confrontarsi con il medico di base e in ogni caso contattare uno specialista per i deficit di memoria. Spesso la diagnosi richiede un lungo iter medico dato che la malattia si presenta in forme diverse ed evolve nel corso del tempo. In media l’Alzheimer dura da 7 a 12 anni, addirittura 20 anni in alcuni casi.
La difficoltà maggiore sta nel capire se le difficoltà nella vita quotidiana siano portate dall’invecchiamento o siano segnali di Alzheimer da non sottovalutare. Per questo anche il Centro Alzheimer IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia ha descritto alcuni esempi molto concreti utili per capire le differenze. Si può pensare all’Alzheimer in caso di:
- Perdita di memoria relativamente ad eventi recenti;
- Difficoltà di memoria generali;
- Disorientamento spazio-temporale;
- Deficit del linguaggio;
- Deficit di pianificazione o problem solving;
- Disturbo di critica e giudizio;
- Apatia;
- Cambiamenti di umore e personalità;
- Difficoltà visive.
In tutti questi casi è importante contattare tempestivamente il medico di base. Non solo: chi deve accudire un paziente anziano con Alzheimer può contare sulla moderna tecnologia come il bracciale salvavita Seremy, che permette di segnalare al caregiver e ai famigliari l’allontanamento da zone di guardia preimpostate.
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